Politica

​Napoletano: «Paralisi amministrativa. Il Prefetto non può più stare a guardare»

La Redazione
Franco Napoletano
Anche il consigliere comunale del gruppo "Il Faro-P.C.I." invoca lo scioglimento del Consiglio comunale
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Proseguono gli interventi politici di maggioranza e opposizione sul caso della ri-adozione degli atti comunali bocciati dai Giudici Amministrativi. Oggi ospitiamo la riflessione di Franco Napoletano. consigliere comunale del gruppo “Il Faro-P.C.I.”

«Non se ne può più! Siamo alla scempio delle Istituzioni!

Il Comune di Bisceglie, per la prima volta nella sua storia, termina l’anno senza il relativo bilancio di previsione, dopo gli interventi del TAR Puglia e del Consiglio di Stato.

Il Sindaco “che non c’è” ha, ormai, condotto alla paralisi l’azione amministrativa, aggravando, ogni giorno di più, il declino della nostra Città.

La Giunta Municipale, dopo avere perduto, per dimissioni, un pezzo femminile nei giorni scorsi, non è stata ancora reintegrata con un’altra Assessora, come impongono le leggi e lo Statuto comunale e, pertanto, non è in condizioni di deliberare legittimamente.

Il Consiglio Comunale, nella seduta del 23 dicembre, ha dovuto registrare il significativo ed inedito abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di maggioranza, per il timore di approvare i numerosi debiti fuori bilancio dell’Amministrazione che dovrebbero sostenere.

La successiva seduta del 27 dicembre, in seconda convocazione, ha fatto registrare, addirittura, il ritiro di tutti i punti all’ordine del giorno!

Il gruppo de “Il Faro-P.C.I.” ha rilevato in Consiglio Comunale, al di là del merito non condivisibile, che le proposte di deliberazione non avevano una regolare imputazione di spesa, prevedendone la copertura con il bilancio 2019, che, dopo la bocciatura della Magistratura, insieme a tutti gli atti ad esso conseguenziali, è inesistente!

Un clamoroso errore di cui il Sindaco, la Giunta, gli Uffici proponenti ed i Revisori dei Conti non si erano accorti!

Un grave errore che, introducendo in atti un requisito non rispondente al vero, avrebbe potuto determinare uno sviamento della volontà consiliare, che avrebbe comportato, in caso di approvazione, un atto nullo (per violazione della sentenza del TAR), quando non un illecito penale e/o contabile.

Di fronte all’evidenza, la maggioranza ha chiesto ed ottenuto la sospensione dei lavori del Consiglio e, alla ripresa, ha ritirato tutti i punti all’ordine del giorno, che, dunque, non sono stati neppure discussi.

Ancora una volta, l’opposizione consiliare è stata l’unico presidio di legalità!

Quella legalità che il Sindaco Angarano, non sapendo cos’altro dire, riduce a “questioni burocratiche”, nel convincimento che l’incompetenza, la presunzione e l’illegittimità possano prevalere impunemente sullo Stato di Diritto, emblema della democrazia. La verità è che, al di là delle pur rilevanti e fondamentali questioni giuridiche, questa Amministrazione è diventata un corpo estraneo alla Città. Non solo non ha mantenuto nessuna delle promesse elettorali, ma non è stata in grado di guidare efficacemente la Città, in un necessario e reale processo di cambiamento e di sviluppo.

Non c’è un settore della vita amministrativa nel quale non si registrino ritardi, superficialità, mancate e tempestive decisioni.

Non si può governare una Città senza assumersi delle responsabilità e, peggio ancora, facendosi guidare, peraltro maldestramente, da altri.

Non si è avuta neppure l’intelligenza politica, nella consapevolezza dei propri limiti, di praticare un reale dialogo con le forze di un’opposizione altamente qualificata, nell’interesse della Città. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una Città alla paralisi. Bisogna impedire che lo sfacelo del diritto e del pressapochismo vengano portati ad ulteriori e nefaste conseguenze.

La sorte di questa Amministrazione appare, ormai, segnata: è la Città che non la vuole più! Il Prefetto, come le stelle di Cronin, non può stare ancora a guardare ed ha il dovere di far cessare immediatamente questa agonia amministrativa, avviando la procedura prevista, che ripristini il primato della legge, consenta agli elettori di esprimersi nuovamente e metta in condizione la Città di riprendere il proprio percorso di crescita economica e sociale».

domenica 29 Dicembre 2019

(modifica il 28 Luglio 2022, 19:22)

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