Politica

Elezioni Provincia Bat, non ammessa la lista “Fronte Democratico”

La Redazione
Provincia Barletta Andria Trani
I referenti della stessa annunciano ricorso al Tar
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Il 31 ottobre, si tornerà al voto per eleggere il nuovo Consiglio provinciale della Bat e, delle tre liste presentate alla Provincia nei giorni scorsi – una di area di centrodestra (“Insieme per la Bat”); una che fa riferimento al Governatore Michele Emiliano (Fronte Democratico per la Bat); ed una che porterà il nome del Partito democratico – è stata esclusa la lista Fronte Democratico.

È quanto si legge nella determina dirigenziale n. 974 DEL 16 ottobre 2018.

Al momento non c’è una motivazione ufficiale che giustifichi l’esclusione della lista collegata ad Emiliano. Intanto i referenti della stessa annunciano ricorso al Tar poiché sembrerebbe che il decreto non contenga validi motivi di non ammissione.

C’è chi ipotizza la non validità delle firme dei candidati malgrado siano state apposte davanti ad un pubblico ufficiale nel Comune di Margherita di Savoia. Bisognerà attendere la giornata di oggi per avere un quadro chiaro della situazione e ipotizzare ulteriori scenari in vista dell’imminente appuntamento elettorale che chiamerà alle urne solo i Consiglieri comunali ed i Sindaci delle 10 città della sesta provincia pugliese.

Ammessa invece la lista di centrodestra che sembrava in bilico a seguito di un “errore” procedurale che il responsabile dell’ufficio elettorale ha ritenuto, evidentemente, non rilevante.

L’ormai scontato ricorso al Tar della lista Fronte democratico per la Bat crea anche una serie di interrogativi sul futuro di queste elezioni alla Provincia Bat. Nel caso di accoglimento del ricorso, infatti, potrebbe essere inficiata l’intera tornata elettorale. E c’è persino chi ipotizza una denuncia penale per falso ideologico. Per non parlare dei possibili scenari in caso di successo del ricorso al Tar: basti pensare che ci si ritroverebbe con un Presidente del Consiglio provinciale, Nicola Giorgino, senza più un Consiglio. Una situazione che in Italia non si è mai verificata e che costringerebbe ad una operazione di ingegneria istituzionale senza precedenti.

Insomma, un pasticcio dietro l’altro per un ente che a parole tutti vogliono eliminare, ma che nei fatti continua ad animare la scena politica, anche senza fondi da gestire o gettoni di presenza.

mercoledì 17 Ottobre 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 10:44)

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