Cultura

Giuseppe Maldera riporta alla luce torri e casali: «Ecco com’è nata l’idea di mappare Bisceglie»

Francesco De Marinis
Francesco De Marinis
Giuseppe Maldera
L'ingegnere coratino ha scovato le gemme nascoste della nostra terra, le ha fotografate, raccontate e le ha messe tutte assieme in una mappa, a disposizione di tutti
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Scovare le gemme nascoste della nostra terra, fotografarle, raccontarle e metterle tutte assieme in una mappa, a disposizione di tutti. Questo ha fatto Giuseppe Maldera con mappobisceglie.it, la cartina che riporta alla luce antiche masserie, torri e tracce tangibili della nostra storia. Un’idea che ha già una sorella coratina, partita da poco e in fase di costruzione.

L’idea è nata durante il lockdown. «Ero in smart working nella mia casa di campagna tra Corato e Bisceglie. – racconta Giuseppe – Non potendo allontanarmi ho scoperto le bellezze che si celavano vicino a me». Giuseppe lavora come ingegnere per la Planetek, azienda che si occupa di monitoraggio satellitare e elaborazioni di dati geografici con applicazioni soprattutto ambientali. Le mappe, quindi, sono pane quotidiano.

A questo va aggiunta una passione per le escursioni, soprattutto in bicicletta. «Con poco tempo libero a disposizione ho creato una mappa che unisse tutti i punti di interesse per poter ottimizzare le mie uscite. Pian piano l’ho arricchita e migliorata, fino a renderla pubblica».

Su mappobisceglie.it si accede ad una mappa dell’agro biscegliese costellata da piccoli segnaposti, ogni tipologia di costruzione ha un suo colore e cliccandoci su si apre una scheda con foto, storia e riferimenti bibliografici. «La scoperta più sorprendente? Casale di Sagina, proprio vicino al territorio di Corato. Qui, si narra, sia avvenuto il martirio dei santi Mauro, Sergio e Pantaleone. Un altro luogo molto bello è la torre di Zappino, tra le più antiche».

Ma come viene aggiornata la mappa? «Sono sempre partito dai dati. – spiega Giuseppe – Analizzare la cartografia fa parte del mio mestiere quindi so dove cercare e incrocio le mappe con quello che trovo sui libri. Di lì inizio a girare e a fotografare. Importante è l’apporto di chi mi aiuta. Su Bisceglie sono stato supportato dagli utenti di un gruppo Facebook dedicato ad questi argomenti. Uno dei miei punti di riferimento è lo storico Maurizio Triggiani».

Se la mappa di Bisceglie è già ricca di contenuti, quella di Corato è ancora in fase embrionale. Al momento ci sono solo una ventina di punti d’interesse. «Tanti amici mi chiedevano perché avessi mappato Bisceglie e non Corato. Allora mi sono messo subito al lavoro». Al suo fianco Peppe Galise, che con lui condivide la passione per il territorio.

«Eredità di famiglia. – spiega Peppe – Mio padre Francesco ha scritto tre libri sulla storia della città e casa mia è sempre stata piena di carte, documenti e disegni. Una volta andò a Napoli per ricopiare a mano una mappa del ‘600 della città. Di conseguenza ho sempre amato girare alla ricerca di iazzi, masserie e torri. Quando ho scoperto quello che stava facendo Giuseppe ho deciso di collaborare. Mi piacerebbe che il nostro lavoro sia di spunto all’amministrazione per valorizzare quello che il nostro agro ma anche il centro storico offre».

Insieme hanno messo su una pagina Facebook che servirà a raccogliere segnalazioni e mettere in rete appassionati e cittadini che vogliono conoscere meglio la loro città. «Le nostre campagne sono piene di torri, trulli particolari e altri edifici. Ad esempio non conoscevo la chiesetta di San Luca, vicino alla statale in direzione Andria. Oppure la torre Dell’Orco, su via Gravina. Una struttura che risale al 1300 Me l’ha fatta scoprire Giuseppe Magnini, socio Archeoclub e uno dei più assidui collaboratori».

Giuseppe ora è a Bari, dove vive e per il dpcm non può perlustrare il nostro territorio. Si dedica alle carte, ad approfondire e a studiare i luoghi che dopo visiterà. «Il mio è un lavoro totalmente gratuito, frutto delle mie grandi passioni. Mi ci dedico durante il tempo libero. Spero che queste mappe possano essere utili per promuovere il nostro territorio. Il nord barese se vuole crescere dal punto di vista turistico deve affinare le lame come in altre zone della Puglia dove sono stati bravi a valorizzare le loro bellezze storiche. Ecco, noi dobbiamo imparare a riscoprirle».

sabato 14 Novembre 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 8:19)

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