Cultura

Arcivescovo e seminaristi diocesani in pellegrinaggio verso Santiago

La Redazione
Santiago de Compostela
Dal 24 al 31 luglio, per 115 km
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Dal 24 al 31 luglio, l’Arcivescovo Mons.nLeonardo D’Ascenzo, insieme ai seminaristi della diocesi dinTrani-Barletta-Bisceglie, percorrerà alcune tappe del Cammino di Santiago, ilnpellegrinaggio che ha come meta la cattedrale di Santiago de Compostela innGalizia; da Sarria a Santiago (una parte del Cammino francese), per un totalendi circa 115 km.

«Questa esperienza – spiega don Cosimo Delcuratolo, rettore delnSeminario arcivescovile di Bisceglie racchiude in sé una molteplicità dinsignificati: sia un profondo vissuto umano e spirituale, sia lanrappresentazione metaforica della nostra esistenza quotidiana, fatta di personenche camminano insieme, pur nella diversità di età, storie ed esperienze.nInfatti, lungo il cammino incontreremo molte persone dirette verso la nostranstessa meta, ma che lo fanno con modalità e motivazioni differenti. Chi lo fa ancavallo, chi in bici, chi con il bastone, chi semplicemente a piedi; tutti,nperò, verso Santiago. Chi lo fa per motivi sportivi, chi per motivi turistici,nchi, invece, per motivi religiosi, ma tutti verso Santiago, lungo lo stessonpercorso.

È un’esperienza che cinrenderà tutti compagni di uno stesso viaggio. Innanzitutto, il camminareninsieme: imparare a modulare il proprio passo su quello degli altri,nrispettandone il ritmo e l’andatura; pensare che anche Gesù, come noi,ncamminava lungo strade polverose. Useremo le nostre gambe e il nostro corpo,nper andare avanti dovremo alleggerirci del superfluo e portare con noi solonl’essenziale per vivere, diretti verso la meta finale. Entreremo in contattoncon alcune parti del nostro corpo che spesso nelle comodità quotidiane sononsopite e non utilizzate. Ci faranno male e quindi sapremo che sono lì.

Ogni giorno apprezzeremo e faremo tesoro di comensiamo riusciti a percorrere il cammino, con poco, adattandoci al sole, allanpioggia, alla polvere e alla sete. Finalmente, al termine della giornata,nquando i piedi, periferia del nostro corpo, ma fondamentali per il nostroncammino, saranno stanchi e doloranti, ci ricorderemo delle periferienesistenziali, tanto diffuse ai giorni nostri, che, anche se nascoste, sononnecessarie per compiere il nostro viaggio verso Dio. Sarà un’occasione pernpoter pregare con il nostro corpo e non solo con la nostra mente. I nostrinpassi condivisi saranno i grani del nostro rosario, la nostra preghierancomunitaria fatta non solo di parole ma, anche, con l’atto fisico delncamminare.

La capacità di adattarcinalla natura e ad un ambiente diverso da quello a cui siamo abituati, sarà unanmeta, sia fisica sia spirituale, che si unisce a quella geografica di Santiago.nPer andare avanti, dovremo farci forza l’uno con l’altro, dovremo condividerene, in modo serio e profondo, prenderci cura non solo di noi stessi mansoprattutto di chi cammina al nostro fianco. La pazienza sarà compagna ensostanza del nostro camminare, poiché la meta non è alla fine del primo o delnsecondo giorno, ma, come ogni percorso di vita, dovremo assaporare il gusto delnristoro al termine di ogni tappa, perché non c’è nulla di “tutto e subito”;nogni cosa, invece, è suddivisa in tappe, obiettivi intermedi più raggiungibilinrispetto a quello finale».

martedì 23 Luglio 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 1:54)

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