Cultura

​Nicola Ambrosino​ alla Notte bianca della Poesia di Giovinazzo

Francesco Sinigaglia
​Nicola Ambrosino
Il poeta biscegliese declamerà alcuni componimenti vernacolari
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Nell’appuntamento di domenica 23 giugno 2019, che si terrà a partire dalle ore 20:30, organizzato dall’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, dal Comune di Giovinazzo, sotto l’egida di Bari città metropolitana e Regione Puglia, nell’Istituto Vittorio Emanuele II, nonché cornice della suggestiva Notte Bianca della Poesia, il poeta biscegliese Nicola Ambrosino declamerà alcuni componimenti vernacolari.

L’Accademia della Lingua Barese “Alfredo Giovine”, come di consueto, dedica alla poesia vernacolare di Terra di Bari la serata. Felice Giovine, inoltre, ricorderà Pippo Volpe, autore e regista, a dieci anni dalla scomparsa, con testimonianze orali e musicali di Mimì Uva; si darà, poi, inizio alle esibizioni di poesie recitate da autori e attori nelle versioni originali vernacolari.

Si tratta di un’importante occasione per chi ascolta di rivedere eventuali pregiudizi verso i “dialetti” e apprezzarne lirismo, ironia, arguzia e musicalità: un podio per poeti e attori, un palco per cultori e appassionati.

Il poeta Nicola Ambrosino rappresenterà, dunque, Bisceglie a Giovinazzo e, nell’attesa, pubblica un nuovo componimento dal titolo Il cucciolo e il bambino.

IL CUCCIOLO E IL BAMBINO. Una favola moderna

Un bambino, con monete, per comprare pane,
lesse su cartello: “Si vende cucciolo di cane”;
entrato nel negozio, chiese al commerciante:
“Vorrei un cagnolino e pago per contante!”.

Fischiò il commerciante e lesti, di rimando…
arrivarono cinque cuccioli, ben scodinzolando;
sol uno, lentamente, si attardò ad arrivare…
una povera zampina, lo faceva zoppicare.

Il venditor sorrise e disse a quel bambino:
“Ottanta euro costa ogni vispo cagnolino!”;
il piccolo vedendo l’ultimo arrivato…
rispose: “Voglio quello, quel cane, lì azzoppato!”.

“Ma non ho tutti quei soldi da poter pagare!”,
continuò il bambino, nel triste replicare;
“Il cagnolino zoppo non lo puoi comprare;
perché lui non può correre e neppur saltare!”.

Il piccolo, osservando, mesto, il cagnolino…
in due si piegò, adagiandosi un pochino…
tirò su i pantaloni, a mezza gamba, trafelato,
scoprendone un arto tutto metallizzato.

“Anch’io non posso correre e neppur saltare,
ma quello è proprio il cane che vorrei comprare,
anch’egli ha valore, come tutti i cagnolini,
e pose sul bancone tutti i suoi quattrini.

“Tenete” – al venditore, disse lesto e pronto:
“Queste monetine son solo quale acconto;
ma il cucciolo pagherò, ad onor del vero…
come il prezzo dei suoi cani, tutto per intero!”.

“Sol’ io potrei sto cane accudire e ben capirlo;
sol’ io potrei amarlo e con cuore custodirlo!”.
Gli occhi s’incrociaron del tenero bambino,
con quelli più giocosi del zoppo cagnolino.

Pensò il commerciante, con occhi luccicanti,
“Ce ne fossero padroni, signori proprio tanti,
che darebbero l’affetto a uno zoppo cagnolino,
come l’Amor che vedo in questo piccolino!”.

“E’ tuo!” – il venditore, al bimbo, replicò…
e il cucciolo, festante, gratuito, regalò.
Morale: “Non dei soldi… dan la felicità…
ma quello che nel Cuore…ogni bambino ha!”

martedì 18 Giugno 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 3:10)

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