«In questi tre mesi ho girato tanti ospedali e mi è sembrato naturale tornando a casa, a Bisceglie, venire qui per dire grazie a chi a mani nude ha affrontato il Coronavirus all’inizio di questa epidemia. Rinnovo anche oggi il grazie agli operatori sanitari che sono stati impegnati durante l’emergenza Covid-19; Bisceglie è stata un modello per la Puglia. Medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari di Bisceglie hanno dimostrato che significa la passione per questo lavoro straordinario».
A parlare è il Ministro per gli Affari regionali, il biscegliese Francesco Boccia, tornato per un giorno a casa e che ha voluto rendere omaggio agli operatori in servizio presso il Vittorio Emanuele II. Nella sua visita è stato accompagnato dal Sindaco Angelantonio Angarano e dal Direttore Generale della Asl Bt, Alessandro Delle Donne.
«Questa emergenza sanitaria – ha sottolineato il Ministro – ci ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la sanità pubblica è e deve continuare ad essere un punto fermo della nostra democrazia e per questo motivo la prevenzione territoriale pubblica sarà rafforzata al massimo.
L’appello ai territori, ora che l’emergenza è alle spalle, è a continuare nel solco della leale collaborazione che richiede spesso il presidente Mattarella. Io penso che l’Italia ce l’abbia fatta e, se è diventata un esempio in Europa, è grazie all’attuazione fino in fondo della nostra Costituzione, perché abbiamo utilizzato la leale collaborazione tra livelli istituzionali.
Spieghiamolo che non e’ necessario andare a Milano per un alluce valgo, per un menisco o per un tumore. Ci si cura bene anche in Puglia. I mesi di lockdown hanno dimostrato che la mobilita’ passiva era diventata un business, un business malato. Lo dico ai grandi gruppi privati: investite al Sud perché qui c’é una grande sanità fatta da eroi normali.
I prossimi cinque anni saranno una nuova partenza. E il Mezzogiorno vivrà una grande stagione. Ma dobbiamo portare i nostri figli in quella stagione. Senza le Regioni non ce l’avremmo fatta e ogni singola Regione da sola non ce l’avrebbe fatta. Il Paese ha retto perché c’è stata leale collaborazione».