Cronaca

​Blitz “Anno Zero”​ all’alba, 24 arresti nel Nord Barese. Le indagini

La Redazione
I controlli dei carabinieri con elicottero e gazzelle
Oltre 250 i carabinieri impiegati nell'operazione per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti
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Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, supportati dai “Cacciatori di Puglia”, Nucleo Cinofili e 6° Elinucleo Carabinieri di Bari, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari hanno eseguito 24 arresti e decine perquisizioni nei confronti di capi e partecipi del gruppo criminale attivo sull’area del nord barese. Le accuse sono di associazione finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti con l’aggravante della disponibilità delle armi.

Unità cinofile, metal detector, sofisticate strumentazioni e un elicottero sono stati utilizzati dai Carabinieri per chiudere il cerchio sul gruppo ”Dello Russo” di Terlizzi. Capi e partecipi sono stati neutralizzati da una complessa indagine che, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, ha colpito un pericoloso gruppo criminale, attivo sull’area del nord barese.

Le accuse sono di associazione finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti con l’aggravante della disponibilità delle armi. Nel corso dell’indagine, i carabinieri avevano già proceduto all’arresto di 10 indagati, al sequestro di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, marijuana ed hashish) ed alla segnalazione all’UTG di numerosi loro assuntori.

L’operazione – denominata “Anno zero” – è il frutto di un’indagine avviata nel 2014 dalla Tenenza di Terlizzi e poi proseguita congiuntamente, sino al luglio 2018, dalla Compagnia di Molfetta e dal nucleo investigativo di Bari, sviluppata mediante incessanti servizi di osservazione e pedinamento effettuati in territori ostili e per mezzo di costanti attività tecniche d’intercettazione telefonica ed ambientale, nonché attraverso attività di riscontro alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia che hanno consentito di:

– documentare una abbondante serie di elementi che dimostrano il perdurante operare dell’organizzazione criminale facente capo a Roberto Dello Russo – legato a Domenico Conte, affiliato al clan Capriati di Bari e operativo a Bitonto – affiancato dai suoi soci Giambattista De Sario e Paolo Ficco, attiva stabilmente nella vendita e distribuzione di sostanze stupefacenti di ogni tipo nel territorio di Terlizzi, stabilmente controllato con modalità violente affinché nessun altro potesse esercitare, neppure a livello episodico e/o individuale, la medesima attività illecita. A Dello Russo e Ficco, infatti, sono contestate anche le lesioni con sfregio permanente del viso in danno di uno spacciatore, ‘punito’ perché aveva smerciato sulla piazza, della marijuana di cui si era approvvigionato in altro Comune;

– sequestrare droga nella disponibilità della consorteria che manteneva importanti rapporti “commerciali” con sodalizi attivi nel capoluogo e nella provincia di Lecce e riforniva di narcotico, in regime di monopolio, le varie piazze di spaccio di Terlizzi – gestite da propri referenti, i quali erano responsabili dell’attività di smistamento del narcotico in favore dei componenti delle varie batterie di spaccio al minuto – nonché quelle di Bitonto, controllate dal gruppo mettente capo a Conte;

– ricostruire la composizione ed il modus operandi delle varie squadre di spacciatori al dettaglio attive a Terlizzi – ciascuna specializzata nello smercio di una determinata tipologia di stupefacente (marijuana, hashish, cocaina ed eroina) – che raccoglievano le richieste su utenze telefoniche fittiziamente intestate a terzi (utilizzando un linguaggio criptato per indicare la qualità e la quantità richiesta, del tipo “mezz’ora”, “un’ora”, “mezza birra” “una birra”, “birra grande”, “birra piccola”, “un fratello grande”, “un fratello piccolo”, “colore bianco”, “colore nero”) ed eseguivano le consegne in favore degli acquirenti – provenienti anche dai vicini comuni di Ruvo di Puglia, Corato, Molfetta e Giovinazzo – prevalentemente in aree periferiche o rurali del paese ove i pusher occultavano il narcotico – già suddiviso in dosi – all’interno di contenitori nascosti tra la vegetazione ovvero nei muretti a secco oppure celandolo in pacchetti di sigarette abbandonati in luoghi isolati.

martedì 7 Gennaio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 19:14)

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