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54°Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali. Il messaggio di Mons. D’Ascenzo

La Redazione
Mons. Leonardo D'Ascenzo
"Senza la narrazione della storia, propria e/o comunitaria, non avremmo continuità tra passato, presente e futuro, con gravi danni anche ai processi formativi delle nuove generazioni"
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Nella domenica di passaggio tra la quarantena e la ripartenza, la Chiesa universale celebra la 54° Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali. Di seguito il messaggio dell’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo.

“Carissimi,

domenica prossima 24 maggio 2020, Solennità dell’Ascensione, nella Chiesa universale sarà celebrata la 54^ Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali. In questa occasione l’attenzione si focalizza sul messaggio di Papa Francesco, che ogni anno approfondisce un aspetto particolare del vasto mondo della comunicazione. Il tema proposto per l’edizione corrente è «“Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia».

Chiaro è il riferimento al tema della narrazione, uno degli aspetti fondamentali della persona umana nella sua singolarità e nel suo esplicarsi come comunità (famiglia, gruppo, popolo, ecc.). Senza la narrazione della storia, propria e/o comunitaria, non avremmo continuità tra passato, presente e futuro, con gravi danni anche ai processi formativi delle nuove generazioni: «abbiamo bisogno – afferma Papa Francesco – di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati».

In un certo senso – afferma perentoriamente il Santo Padre – «l’uomo è un narratore», ma «non tutte le storie sono buone … Spesso sui telai della comunicazione, anziché racconti costruttivi, che sono un collante dei legami sociali e del tessuto culturale, si producono storie distruttive e provocatorie, che logorano i fili fragili della convivenza».

Altresì l’ identità cristiana ed ecclesiale si fondano sulla Sacra Scrittura, che è una «Storia delle storie», contrassegnata dall’aprirsi di Dio all’uomo, nel tempo e nello spazio, nelle vicende dapprima di un popolo, quello di Israele, successivamente nella comunità ecclesiale che proclama il Cristo Gesù risorto, ma proiettato ad abbracciare tutta l’umanità: «Nella storia di ogni uomo il Padre rivede la storia del so Figlio sceso in terra. Ogni storia umana ha una dignità insopprimibile. Perciò l’umanità merita racconti che siano alla sua altezza, e quell’altezza vertiginosa alla quale Gesù l’ha elevata».

All’interno del grande racconto della Bibbia, «entra in gioco il nostro racconto», quello della nostra vita, che deve diventare sempre più narrazione del nostro essere chiamati alla vita, del nostro impegno ad intercettare la proposta progettuale che Dio ci offre, del sapere scorgere i segni della sua presenza nella nostra esistenza, del nostro impegno ad assumere «lo sguardo del Narratore».

Per l’approfondimento e la meditazione invito tutti alla lettura diretta del testo del messaggio del Papa.

Ma vorrei cogliere questa occasione per richiamare quanto è accaduto fino a qualche giorno fa, soprattutto negli ultimi mesi, in piena emergenza sanitaria a causa del coronavirus. Nel disporci tutti a vivere secondo le indicazioni delle nostre autorità al fine di arginare il contagio, non abbiamo mai rinunciato a fare memoria della passione, morte e risurrezione del Signore con la celebrazione della Santa Messa, proponendola e narrandola, a porte chiuse, attraverso le dirette televisive o in streaming sui canali dei social. Ragione per cui desidero ringraziare quanti si sono prodigati alla realizzazione della trasmissione video digitale delle celebrazioni, alcune delle quali da me presiedute, in diverse occasioni. Un grazie particolare desidero porgerlo alle emittenti televisive Amica 9, Easy Tv, Teledehon, Teleregione, Telesveva per la loro dedizione e generosità nel dare spazio alla nostra preghiera e alle nostre messe!

Parimenti un grazie sentito a tutti gli operatori della comunicazione sociale (giornalisti, fotografi, addetti vari alle attrezzature e alla trasmissione video-radio) per il servizio informativo svolto. Mi rivolgo loro con le stesse parole del Papa, di qualche giorno fa: «In questo tempo di pandemia avete tanto lavorato e rischiato tanto».

Su tutti invoco la benedizione del Signore e per tutti il mio pensiero nella preghiera!”

domenica 24 Maggio 2020

(modifica il 28 Luglio 2022, 13:54)

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