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Coldiretti Puglia: calo consumi pesce azzurro. Solo 56% dei pugliesi ne mangia una volta a settimana

La Redazione
La Giornata Nazionale del Pesce Italiano celebrata al Mercato di Campagna Amica a Brindisi
Il calo varia dal -5% per le sarde al -10% per le alici fino al -15% per lo sgombro
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Crollano gli acquisti di pesce azzurro che fanno segnare un calo che varia dal -5% per le sarde al -10% per le alici fino al -15% per lo sgombro, di contro cresce il consumo di spigole del 6,1%.

È quanto emerso dal rapporto “SOS pesce italiano” elaborato da Coldiretti Impresapesca sulla base di dati relativi al primo quadrimestre del 2019 dell’Ismea, presentato in occasione della Giornata Nazionale del Pesce Italiano, celebrata al Mercato di Campagna Amica di Via Appia, a Brindisi, per far cambiare la rotta dei consumi, conoscere caratteristiche, qualità ed aiutare a fare scelte di acquisto consapevoli.

A subire un netto calo sono anche gli acquisti – continua la Coldiretti – di pesce bianco con la riduzione dei consumi che coinvolge soprattutto le triglie in calo del 14,2%, merluzzi – 4,3%, le sogliole -3,6%, e le orate -2,1%. In forte crescita è invece la domanda dei molluschi, dai polpi (+18,6%) alle seppe (+10,6%) fino alle vongole (+25,6%). Un fenomeno che si spiega soprattutto – rileva Coldiretti – con gli effetti del cambiamento degli stili di vita e la nuova tendenza da parte dei consumatori a preferire tipologie di pescato più facile da utilizzare in cucina, meglio se privo di spine o comunque semplice da pulire, oltre che dal sapore più delicato. Questo trend è sostenuto anche dalla produzione dell’acquacoltura, dalle spigole alle orate.

In Puglia paradossalmente i consumi di pesce sono tra i più bassi d’Italia, nonostante sia una regione con 800 chilometri di costa e una tradizione marinara molto forte. Solo il 56,6% dei pugliesi consuma pesce almeno una volta alla settimana, al 14esimo posto della classifica nazionale, ne mangiano meno di campani, marchigiani, lucani, umbri, abruzzesi, toscani, valdostani e liguri. La diminuzione del consumo di pesce azzurro impatta direttamente anche sulla salute, visto che questo tipo di prodotti ittici ha importanti caratteristiche nutrizionali, essendo il più ricco in assoluto per contenuto di Omega3, che proteggono il cuore, sostengono il metabolismo e combattono l’invecchiamento”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Il Tutor del Mare, il biologo Pierpaolo Martano, ha spiegato, pesci alla mano, varietà, qualità e caratteristiche organolettiche del ‘buon pescato’, dando consigli utili per riconoscere il vero pesce a miglio 0 dalle imitazioni importate dall’estero.

Quasi 8 pesci su 10 consumati in Italia sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy, dice Coldiretti.

Il consumo pro capite degli italiani è di circa 28 kg di pesce all’anno – sottolinea Coldiretti -, superiore alla media europea ma decisamente basso se confrontato con quello di altri Paesi che hanno un’estensione della costa simile, come ad esempio il Portogallo, dove se ne mangiano quasi 60 kg, praticamente il doppio. Non a caso il pesce rappresenta solo la sesta voce di spesa nel carrello alimentare delle famiglia italiane per un valore che nel 2018 è stato di 488 euro, sostanzialmente sui livelli di dieci anni fa, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. E intanto la flotta peschereccia pugliese, denuncia Coldiretti, ha perso oltre 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%.

Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala Coldiretti, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.

Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – rileva Coldiretti Puglia – in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura. Una rinascita che passa per il mercato e sulla quale Coldiretti sta cercando di impegnarsi a fondo, facendo partire iniziative nei Mercati di Campagna Amica che hanno come obiettivo la vendita diretta, la semplificazione e la tracciabilità.

I consumatori al Mercato di Campagna Amica di Via Appia a Brindisi sono stati presi per la gola, grazie alla maestria culinaria del Fischerchef Pietro Ligorio che ha cucinato il pesce con ‘carta d’identità’ dell’azienda InMare di Aldo Reho di Gallipoli, dilettando i palati con le frittatine di ombrina, la zuppa di polpo, calamaro, scorfano, gallinella e lutrino, il polpo fritto su crema di patata di Galatina DOP, la palamita all’aceto con contorno di bucce fritte di patata di Galatina DOP, le friselline di ombrina affumicata, il turbante di spigola con verdurine croccanti su crema di zucchine all’aglio.

Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.

I segreti per scegliere il pesce fresco

Acquistarlo, laddove possibile, direttamente dal produttore che garantisce la freschezza del pescato;

Verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca;

Verificare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole;

Per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso;

Per i gamberi verificare che non abbiano la testa annerita;

Meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne.

* Fonte: Coldiretti – Impresapesca

lunedì 17 Giugno 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 3:10)

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