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Villa Santa Caterina: Quando la Casa di Riposo chiude all’improvviso

Mario Schiralli
Villa Santa Caterina
Le parole dello scrittore e giornalista Mario Schiralli
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Un articolo pubblicato nelle pagine della Bat della Gazzetta del Mezzogiorno di ieri, giovedì 7 aprile, a firma dello scrittore e giornalista Mario Schiralli:

«E’ umanamente possibile che, senza un congruo numero di giorni di preavviso, una casa di riposo chiuda e una ventina di ospiti vengano…”invitati” da un giorno all’altro a trovarsi un’altra sistemazione?

Nessuno nega il diritto ad una struttura privata di cessare l’attività, ma quanto sta accadendo a Bisceglie rimane una anomala e impietosa vicenda, in considerazione non solo del ruolo sociale svolto, quanto e soprattutto perché far sloggiare senza preavviso gli ospiti anziani, da anni in quella residenza, incide profondamente sul loro stato psicofisico e sanitario.

La "storia" parte dagli ultimi giorni di marzo quando ai familiari degli ospiti, tra cui due pluricentenarie e altri solo con … qualche anno di meno, viene comunicata la chiusura della residenza per anziani Villa Santa Caterina di Bisceglie.

Una addetta della struttura consegna loro un foglietto con l’elenco dei documenti da presentare subito alla PUA (Porta Unica di Accesso) della ASL per poter ottenere il trasferimento in altra struttura nel giro – dicono – al massimo entro una settima.

Sgomento e panico dei familiari. Aumentano allorquando vengono a conoscenza, invece, dei tempi lunghi che si prospettano (10-15 giorni) per ottenere l’ISEE, una settimana per essere ricevuti su appuntamento dalla PUA e minimo un paio di mesi perché la commissione sanitaria si riunisca per deliberare.

Ai familiari, nel contempo, viene pure comunicato (magra consolazione) che una organizzazione di recente formazione “Universo e Salute” (si dice faccia capo a due figure apicali della politica regionale) avrebbe già un accordo con l’Ospedale di Bisceglie “Divina Provvidenza” dove accogliere in convenzione i 20 vecchietti, prendendo in locazione un’ala di un padiglione già attrezzata. Ma alla “Divina Provvidenza” non si entra se prima tutte le carte non sono in regola. I tempi, come detto, si prospettano lunghi nonostante l’incessante e frenetico peregrinare dei familiari tra CAF e uffici vari della Asl.

Al batticuore dei congiunti, quello di “Santa Caterina”, invece, sembra insensibile. I tempi di uscita rimangono tassativamente ristretti. La difficile problematica investe di riflesso i vecchietti che, nel frattempo, vengono assistiti da volontari visto che tutto il personale, come si viene a sapere, sarebbe ià stato licenziato.

La corsa dei parenti a trovare una sistemazione è forsennata. Posti liberi in convenzione nelle varie strutture di…rispetto del circondario non ce ne sono. Le liste di attesa sono lunghissime. E allora bisogna rivolgersi (sempre se si trova posto) a strutture private, ma con cospicuo esborso rispetto alla retta pagata alla residenza biscegliese. I conti col portafoglio, accentuano la disperazione di tutti, familiari e degenti. Alcune assistite sono nella impossibilità di affrontare la maggiore spesa e allora si registrano anche crisi di pianto.

Come se non bastasse, qualche giorno fa arriva l’ultimatum.

O ve lo portate via entro due tre giorni o venite voi ad accudirlo” è la tassativa, lapidaria e sconcertante intimazione di quella che dicono sia la responsabile della struttura.

I vecchietti, da parte loro, avvertono quello che sta accadendo. Da tempo non c’è più la cucina. I pasti precotti vengono portati da una ditta esterna. Il disagio li prostra. “Che succede” chiedono spaventati, quasi piangendo, mentre alcuni parenti imbastiscono pietose bugie. “Qui devono ristrutturare” – cercano di rassicurarli – Vedrai sarà uno spostamento temporaneo”.

L’assurdo è che la chiusura di “Santa Caterina” era stata ventilata qualche tempo prima del 25 marzo scorso, ma era stata puntualmente e a più riprese smentita dai responsabili della struttura.

In questa penosa storia, c’è chi ha giocato sulla pelle di venti vecchietti, incuranti delle loro esigenze fisiche, psichiche e sanitarie. Persone che erano lì da anni, come le due centenarie. Una cattiveria gratuita dovuta sia all’improvvisazione di Universo e Salute (avrebbe dato tutto per scontato riguardo alla nuova sistemazione presso la Divina Provvidenza), e soprattutto alla disdicevole indifferenza della proprietà di “Santa Caterina”, forse impaziente di liberare la struttura da demolire per far posto ad un nuovo palazzo.

Nel 2022 è scandaloso che si arrivi a tali comportamenti su anziani inermi, trattandoli alla pari di “pacchi postali” o meglio di merce avariata di cui liberarsi, e mettendo in forte difficoltà sia affettivamente che economicamente i loro familiari. Senza contare l’assenza finora delle autorità e dei servizi sociali».

 

venerdì 8 Aprile 2022

(modifica il 27 Luglio 2022, 13:44)

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Giovanni Pacifico
Giovanni Pacifico
2 anni fa

Senza pensare hai dipendenti che per anni hanno fatto sacrifici e sono venuti a lavorare con rinunce, con la paura di una chiusura o addirittura con il rischio di essere licenziati se nn si rinunciava ai propri diritti. Diritti che in Italia sembra che nn ci siano, facendo ingrossare a spese dei vecchietti e dei dipendenti il portafoglio e le tasche di chi dirigeva la sturuttura. Adesso ci sono tante famiglie e tanti ragazzi che fuori aspettano i loro soldi. VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

cosimodebari
cosimodebari
2 anni fa

Ma non si pagava un botto di soldi al mese per tenere in quella struttura i propri cari?

Giancarmine Covelli
Giancarmine Covelli
2 anni fa

Egregio Mario Schiralli, giornalista ed autore dell’articolo. Per quanto già deplorevole la vicenda in sé, l’utilizzo e la ripetizione del termine “vecchietto” con una certa bonarietà nell’articolo, a mio modesto parere risulta piuttosto denigratorio nei confronti degli “anziani”, che stanno affrontando questo calvario. Meriterebbero in un momento difficile per loro più rispetto, anche attraverso le parole.

Biscegliese 72
Biscegliese 72
2 anni fa

Una parola per i dipendenti che non venivano pagati da tempo ed hanno lavorato gratis negli ultimi mesi