Piazza Vittorio Emanuele (Palazzuolo)
Chiese, strade e piazze storiche, monumenti, palazzi ed edifici storici, insediamenti rupestri.

Piazza Vittorio Emanuele fa parte, insieme alla Villa Comunale, di una vasta area che nei secoli passati si andò formando all'esterno della cinta muraria, denominata “ Palazzuolo ”. Tale nome è forse legato alla presenza di un palazzo degli Schinosa, situato al margine sud-ovest della piazza (oggi palazzo Maffione). L'area, originariamente adibita alla sosta dei cavalli e a cava di pietra, divenne largo pubblico nel 1478, quando fu ceduta al Comune dal duca Francesco del Balzo .
La piazza, che funge da cerniera tra il borgo antico e la città moderna, costituisce un tipico esempio di piazza spontanea, sorta cioè senza una precisa pianificazione. Fino a qualche decennio fa era il luogo dove al tramonto i braccianti agricoli, avvolti in cappe e cappelli neri, si riunivano per “ venire a promètte ”, cioè a promettere di prestare lavoro. La piazza rappresenta ancora oggi un luogo di ritrovo e di passeggio per i biscegliesi.
Nell'Ottocento il Palazzuolo venne abbellito con filari di lecci disposti perimetralmente e, in occasione della costruzione dell' obelisco dei Caduti nel 1924, in una parte della piazza furono creati giardini con aiuole di palme e oleandri, che hanno costituito la Villa Comunale . Successivamente furono collocati i busti di don Pasquale Uva, di Umberto Paternostro, sindaco di Bisceglie, di Ottavio Tupputi e del cavaliere Giacinto Dell'Olio. In un'aiuola del Palazzuolo è posto il miliario CXII dell'importante via Traiana, che in epoca imperiale passava per Bisceglie.