Anche Bisceglie partecipa ad Asti Teatro 40: 11 giorni di festival che si concludono il prossimo 1 luglio; 21 spettacoli tra drammaturgia contemporanea e titoli storici, che hanno debuttato proprio a Asti nelle passate edizioni, oltre a performance di attori e drammaturghi emergenti, espressioni di artisti astigiani e 3 prime e anteprime nazionali.
Asti – Teatro 40
28 giugno 2018 ore 22.00 – Chiesa del Gesù
prima nazionale
Casa degli Alfieri – Teatro di Dioniso
SCHIAPARELLI life
con Nunzia Antonino e Marco Grossi
adattamento e regia Carlo Bruni
testo Eleonora Mazzoni
scena Maurizio Agostinetto
immagini in movimento Bea Mazzone
luci Tea Primiterra
consulenza/costumi Luciano Lapadula, Vito Antonio Lerario
training Rossana Farinati
con la collaborazione di sistemaGaribaldi e Linea d’Onda
Fra il 1953 e il ’54, Elsa Schiaparelli, fra le più grandi stiliste di tutti i tempi, decide di concludere il proprio itinerario artistico e professionale, pubblicando un’autobiografia che già nel titolo ne riassume l’intensità: Shocking life. Italiana, nata a Roma in una famiglia colta e ricca di talenti, protagonista fra le due guerre di quella rivoluzione del costume che avrebbe ispirato molte generazioni future, amica e collaboratrice di artisti come Dalì, Cocteau, Aragon, Ray, Clair, Duchamps, Sartre, dopo aver vestito Katharine Hepburn, Lauren Bacall, Greta Garbo, Marlene Dietrich, Elsa decide che quel “nuovo” mondo non la riguarda più e lo lascia, ritirandosi a vita privata. Su questo “passaggio” si fonda la messa in scena che domani, 28 giugno, alle 22.00, debutta ad Asti Teatro (Chiesa del Gesù), con la regia di Carlo Bruni e l’interpretazione di Nunzia Antonino e Marco Grossi.
La formazione pugliese, sostenuta da due storiche strutture piemontesi, la Casa degli Alfieri e il Teatro di Dioniso, confermando una vocazione autorale, si avvale del contributo della scrittrice Eleonora Mazzoni, per evocare la figura dimenticata di una donna straordinaria con un’indagine emotiva sul distacco, tributo necessario ad ogni cambiamento. A supporto del lavoro: le immagini in movimento di Bea Mazzone, le luci di Tea Primiterra, la scena di Maurizio Agostinetto e la preziosa consulenza di due stilisti, storici della danza pugliesi: Luciano Lapadula e Vito Antonio Lerario.
Sul palco campeggiano un letto uccelliera e una valigia dentro cui entrerà tutto il passato da lasciare. Il primo, segnale non soltanto di uno stato d’animo, ma anche di quello scambio prezioso che la Schiaparelli ebbe con gli artisti del tempo e in particolare citazione evocativa del rapporto con Giacometti che realizzò, facendone una gabbia, proprio una delle vetrine del suo atelier.
Più vicina all’arte che all’artigianato, Elsa divenne famosa alla fine degli anni 20, sovvertendo molte delle regole che guidavano la moda e in generale le donne del tempo. Refrattaria alle convenzioni, più surrealista dei surrealisti, collaborò con artisti come Dalì, Cocteau, Aragon, Ray, Clair, Duchamps, Sartre; vestì stelle del cinema: da Katharine Hepburn a Lauren Bacall, da Marlene Dietrich a Mae West. E se di lei si ricorda soprattutto il famosissimo rosa shocking, non sarà difficile riconoscere nelle sue innumerevoli creazioni, la fonte ispiratrice di molti stilisti contemporanei. La moda era per lei un atto politico e così rievocarne la storia significa anche rimettere in gioco la sua straordinaria sfida.