Cultura

Tra botole e vicoli ferraresi, i segreti della “Morte di un antiquario”

La Redazione
Paolo Regina
Giovedì 28 giugno, alle 20 l'autore Paolo Regina presenterà il suo primo romanzo nel bookstore Mondadori nelle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, la sua città d'origine
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“Morte di un antiquario” è un esordio letterario riuscitissimo. Nel primo romanzo di Paolo Regina ci sono tutti gli ingredienti del nuovo giallo all’italiana. L’atmosfera ferrarese è una cornice perfetta per una storia che prende le traiettorie di trama sempre giuste per portare il lettore a un finale sorprendente.

Giovedì 28 giugno, alle 20 l’autore lo presenterà nel bookstore Mondadori nelle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, la sua città d’origine.

Il libro
«Gaetano De Nittis, di fiere e irriducibili origini pugliesi, ha trentaquattro anni ed è capitano del Corpo più “odiato” d’Italia: la Guardia di Finanza.

A lui, però, questo lavoro piace. Certo, è fatto di arida materiale fiscale, di irruzioni violente nella vita dei cittadini ma, al contempo, gli dà la possibilità di conoscere a fondo le loro storie, di coglierne gli aspetti più intimi e, spesso, drammatici. E allora il suo lavoro diventa più umano.

È stato da poco trasferito da Napoli a Ferrara. Non ha molti amici per via di un problemuccio di adattamento alla mentalità della cittadina estense. Così nel tempo libero si rifugia nella sua amata chitarra, suonando del buon blues, come B.B. King, il suo idolo, e nella buona cucina (ma odia l’agrodolce).

Affetto dalla Sindrome da Botola (dopo l’amore vorrebbe azionare un dispositivo che faccia sprofondare la malcapitata al centro della terra), è single per scelta (così evita di fare dei guai). E comunque tempo per frequentare il gentil sesso, non ne ha neppure tanto, perché uno dei difetti di De Nittis è la caparbietà: tutto deve tornare al proprio posto, in ordine.

Durante un’indagine di routine, è lui a scoprire il cadavere di Uber Montanari, un antiquario dalla personalità ambigua, protetto da esponenti dell’alta borghesia ferrarese con cui intratteneva rapporti d’affari non sempre leciti.

Ma il vero segreto dell’antiquario, coltissimo e misantropo, è legato al suo insaziabile desiderio di collezionare in segreto opere d’arte proibite. A questa sua passione è in qualche modo legato anche il mistero del suo – apparentemente indubbio – suicidio.

E poiché De Nittis non potrebbe “indagare” perché è un compito che esula dalle sue mansioni, diciamo allora che “divaga” per cercare di riportare l’ordine.

Insieme all’amico Bonfatti, della Gazzetta locale, profondo conoscitore delle “cose ferraresi”, e al proprio capo, il gigantesco e goliardico Tenente Colonnello Gherardi, in una splendida Ferrara ricca di arte, ma piena di contraddizioni e misteri, arriverà, in un finale imprevedibile, all’inaspettata soluzione. Come inaspettato sarà l’incontro con la bella Rosa Serrani… che della Botola non ne vuol proprio sapere».

giovedì 28 Giugno 2018

(modifica il 29 Luglio 2022, 14:24)

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