Cronaca

Davide Storelli: «Arriva la moneta locale. Ecco come»

Francesco Sinigaglia
Davide Storelli
Dalla teoria alla pratica. I primi comuni che hanno adottato questo sistema innovativo
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Dopo aver presentato il suo progetto innovativo nel corso della rassegna letteraria “Autunno Libri”, sabato 17 dicembre 2018, presso la libreria “Abbraccio alla Vita” di Bisceglie, Davide Storelli, concittadino e avvocato civilista, già riconosciuto a livello nazionale, racconta della sua ultima ricerca economico-scientifica. I suoi studi, pubblicati in volume (si ricorda in particolare “Moneta e Democrazia”), offrono spunti e opportunità di arricchimento altresì su temi di reddito di cittadinanza e moneta locale.

Davide Storelli scrive: «Dopo tanti tentennamenti, tentativi ed attese, finalmente alcuni sindaci hanno deciso di rompere gli indugi e di avviare un’iniziativa di moneta complementare locale. Un progetto a lungo caldeggiato da molti sta diventando realtà in più di un comune. Il comune di Cosenza ha deciso di battere una propria moneta, il Bruzio, per perseguire finalità sociali.

Invece di distribuire sussidi economici in euro ai residenti economicamente svantaggiati, infatti, l’amministrazione comunale ha deciso di distribuire tale nuova moneta, che può essere spesa soltanto presso gli esercizi aderenti.

In tal modo, ricevendo moneta locale invece di euro, i cittadini sono incentivati a fare acquisti presso gli esercizi del territorio, mentre, se avessero ricevuto euro, avrebbero potuto spenderli ovunque.

Gli esercizi aderenti – tra cui alimentari, farmacie e centri diagnostici – sono così ben lieti di accettare tale moneta in pagamento, poiché vedono arrivare clienti che altrimenti si sarebbero rivolti altrove.

Una garanzia in più è rappresentata dal fatto che il Bruzio è convertibile in euro, perciò gli esercenti aderenti, oltre a poter riutilizzare tale moneta presso altri aderenti, sanno che potranno rivolgersi al comune per ottenere euro al rapporto di uno a uno.

Ciò è possibile perché la quantità di moneta locale coniata corrisponde alla somma già appostata nel bilancio comunale per essere distribuita ai soggetti disagiati, quindi il comune garantisce la piena convertibilità della moneta locale coniata.

L’unico limite per gli operatori economici aderenti è costituito dalla “finestra di convertibilità”, poiché questi possono chiedere al comune la conversione non prima del 1 luglio e non dopo il 31 dicembre, al fine di incentivare la circolazione locale di tale moneta complementare, posticipando per il comune l’esborso monetario.

Il Bruzio è una moneta d’argento del valore di venti euro, che prevede anche la possibilità di essere tesaurizzata dai collezionisti, al fine di limitare le conversioni da parte del comune, e quindi gli esborsi di cassa. Ciò consentirà di finanziare ulteriore iniziative di carattere sociale.

Ad ogni famiglia che rispetta i previsti requisiti vengono assegnate 4 monete per un valore di 80 euro, da spendere entro il 30 novembre.

L’assessore ai tributi ha correttamente evidenziato che con l’emissione di 100.000 euro di monete locali si aumenta la massa monetaria comunale di tale importo.

In tal modo si dà “ossigeno” alle asfittiche casse comunali e si inietta liquidità nel circuito economico cittadino. L’assessore ha anche evidenziato che con questa iniziativa si attua anche un principio di filosofia del valore, poiché si fa capire che il valore della moneta non viene creato da chi la emette ma da chi la accetta ossia dai cittadini, così riecheggiando le tesi sostenute dal prof. Giacinto Auriti, padre della moneta locale di Guardiagrele, il Simec, nonché sostenitore del principio della proprietà popolare della moneta.

Tale principio evidenzia che, poiché il valore della moneta è dato dai cittadini che l’accettano e non da chi la emette (poiché senza accettazione non esiste la moneta), è corretto attribuire ai cittadini il valore della moneta creata, e ciò è possibile mediante il reddito di cittadinanza. Quindi il vero reddito di cittadinanza è quello finanziato dalla emissione sovrana di nuova moneta, non dalla fiscalità generale. Il Bruzio è stato concepito anche come uno strumento di marketing territoriale, poiché l’iniziativa sta facendo parlare del comune di Cosenza e perché i Bruzi conservati da collezionisti e da turisti sono un originale forma di comunicazione e di promozione per il comune.

Ogni emissione dei Bruzi sarà dedicata ad un personaggio legato al territorio, a partire da Federico II per onorare l’anno federiciano. Stesse finalità e modalità analoghe intende adottare anche il comune di Pomigliano d’Arco con la propria moneta, il Pomi. Sono stati già stanziati 70.000 euro per la sola gestione del progetto.

A differenza del Bruzio, il Pomi è una moneta cartacea, che verrà stampata dal Poligrafico dello Stato con i più evoluti standard anticontraffazione, al costo di circa 8 centesimi di euro a banconota. Le nuove banconote avranno tagli da 1 e da 2 Pomi, corrispondenti ad 1 e 2 euro. Quindi il comune spende 8 centesimi di euro per una banconota da 1 e da 2 Pomi. Se impiegasse tale banconota per procurarsi forniture di beni o servizi, potrebbe farlo al valore facciale, ossia ad 1 o 2 euro l’una (poiché 1 Pomi equivale ad 1 euro), così incamerando la differenza tra il valore facciale (1 o 2 euro) ed il costo di stampa (8 centesimi).

Questo profitto definisce il reddito da emissione monetaria, altrimenti detto signoraggio, che oggi viene incamerato dalle banche che emettono denaro, ossia le banche centrali (signoraggio primario) e le banche commerciali (signoraggio secondario). Allo Stato è riservato soltanto il conio delle monete metalliche.

Con l’erogazione gratuita di tale nuova moneta ai residenti svantaggiati di Pomigliano d’Arco, si distribuisce ai cittadini il profitto derivante dall’emissione di nuova moneta, così realizzando il menzionato principio auritiano della proprietà popolare della moneta. Si è davvero ad un passo dall’adozione del vero reddito di cittadinanza (espressione coniata proprio dal prof. Giacinto Auriti), ossia dall’erogazione di nuova moneta a tutti i cittadini, poiché sono i cittadini che, accettandola e facendola circolare come mezzo di scambio, ne creano il valore. Il valore monetario, infatti, nasce da una mera convenzione sociale, come aveva osservato già Aristotele 2.300 anni fa, per cui è corretto, come precisa Auriti, riconoscere tale valore agli autori di tale convenzione, ossia i cittadini, attraverso l’erogazione di un reddito di cittadinanza.

Si è pensato ad un concorso per definire la grafica delle facciate di tale banconota, con una giuria composta dagli alunni delle scuole medie di Pomigliano d’Arco.

L’iniziativa del Pomi nasce dallo studio dell’esperienza dei cosiddetti mini-assegni emessi in Italia dalle banche in un periodo di scarsa liquidità.

Si è constatato che solo una percentuale molto bassa di tali assegni è stata portata all’incasso, così incrementando sia la liquidità delle banche emittenti sia il circolante in possesso dei cittadini.

E’ previsto, analogamente al comune di Cosenza, un fondo di garanzia per la conversione dei Pomi, che sarà costituito prevalentemente dalle disponibilità dell’assessorato alle politiche sociali. Il numero di soggetti beneficiari sarà determinato dall’ammontare di tale fondo di garanzia. La distribuzione di tale moneta locale sarà curata prevalentemente dall’assessorato alle politiche sociali, in sinergia con le parrocchie, gli enti non profit e le associazioni convenzionate.

L’iniziativa di Cosenza, analogamente a quella di Pomigliano, comportano dei costi a carico del comune, pari ai costi di realizzazione, stoccaggio e distribuzione delle rispettive monete (metalliche o cartacee). Esiste, però, un sistema che azzera tali costi, poiché consente agli enti locali di erogare la propria moneta in formato elettronico.

Una delle piattaforme più evolute in tale senso è Pecuswap (www.pecuswap.com), che consente all’ente locale, senza spendere un euro, di creare il proprio circuito commerciale e di erogare la propria moneta (elettronica) ai soggetti individuati. La gestione elettronica semplifica gli aspetti amministrativi da parte del comune e l’assenza di un supporto fisico per la moneta (metallo o carta) evita in radice la possibilità di contraffazione. L’unico limite è rappresentato dal fatto che i soggetti assegnatari dovranno essere in possesso di uno smartphone per poter utilizzare tale moneta. Si realizzano, così, gli obiettivi menzionati (assistenza sociale, aumento della massa monetaria comunale e del potere d’acquisto dei residenti, rilancio dell’economia del territorio, diffusione di cultura monetaria, marketing territoriale) senza affrontare i costi di stampa o di conio, di stoccaggio, di distribuzione e di controllo, nonché i costi per la realizzazione di una propria piattaforma informatica.

Ormai la moneta complementare locale sembra aver superato lo step più difficile, ossia la fase di lancio. Sta agli amministratori locali di buona volontà consentirne la diffusione.»

domenica 20 Gennaio 2019

(modifica il 29 Luglio 2022, 7:42)

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Donato Catino
Donato Catino
5 anni fa

Ecco si ritorna al medio evo in maniera più marcata non più una moneta per contea ,ma una moneta per ogni singola città

lisetta sperindei
lisetta sperindei
5 anni fa

Mi piacerebbe molto sapere se queste iniziative sono andate a buon fine e se stanno continuando, perchè vorrei fare una proposta simile nel mio Comune.