Cronaca

Economia della Bat, oltre la crisi

La Redazione
Utilizzo superficie agricola
Il PIL reale della zona euro è cresciuto per 15 trimestri consecutivi, la disoccupazione continua a calare, anche se resta al di sopra dei livelli pre-crisi. Ma nella Bat rimangono difficoltà
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L‘economia della Bat oltre la crisi: è questo l’argomento della relazione di Emmanuele Daluiso, Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles, che riporta i dati e le previsioni economiche per il 2017-2018.

Nei giorni scorsi lanCommissione europea ha diffuso i dati sulle previsioni economiche per il 2017 en2018, sostenendo che si continua a navigare in acque turbolente, e comunque lanripresa economia dell’UE si va consolidando.

Il PIL reale della zona euro, sottolinea la Commissione, èncresciuto per 15 trimestri consecutivi, l’occupazione aumenta a ritmo sostenutone la disoccupazione continua a calare, anche se resta al di sopra dei livellinpre-crisi. I consumi privati sono ancora il motore della ripresa e la crescitandegli investimenti continua, pur restando modesta.

Per la prima volta dal 2008 le previsioni della Commissionenprospettano una crescita economica in tutti gli Stati membri dell’UE per tuttonil periodo di previsione (2016, 2017, 2018).

La crescita italiana continua a rimanere più lenta rispetto allanzona euro: +0,9% nel 2016 contro +1,7%; +0,9% contro +1,6% nel 2017 e +1,1%ncontro 1,7% nel 2018.

L’Italia sotto i valorinpre-crisi

L’Italia dunque non riesce a riprendere un giusto passo dincrescita economica e guardando alla ricchezza prodotta in termini reali,ndepurati cioè dagli effetti dell’inflazione, la sua situazione emerge in tuttanla sua gravità. Se per un verso l’Unione europea nel suo insieme, seppur conndifficoltà, è tornata sui livelli di crescita economica registrati prima dellangrave crisi mondiale del 2008-2009, l’Italia è ancora attualmente sotto inlivelli pre-crisi.

A partire dal 2010 l’economia Ue in termini reali ha infattinripreso a crescere, seppur a un ritmo più lento rispetto al periodo pre-crisi,nmentre l’Italia continua a registrare una variazione negativa rispetto allonstesso valore del 2009, l’anno nero della Grande Recessione, per quanto glinultimi anni abbiano fatto registrare piccolissimi segnali di ripresa.

Se poi allarghiamo lo sguardo alla crescita reale dell’ultimonventennio, vediamo che la crisi e la debole ripresa italiana si somma a unandinamica di crescita ante crisi più contenuta rispetto alla media UE. In talnmodo, fra il 1995 e il 2016 la crescita del PIL reale italiano, cioè il valorendella ricchezza prodotta depurato dagli effetti dell’inflazione, è cresciuto innmedia annua di appena lo 0,5%, contro il 2% della media europea.

L’economia della BAT in fortensofferenza

Come sta andando e come potrebbe andare l’economia della BAT innquesti contesti europeo di lenta ma graduale ripresa e italiano di lunganrecessione?

Per rispondere a questa domanda possiamo prendere in esame indati più recenti che ISTAT e EUROSTAT, cioè gli uffici statistici italiano edneuropeo, hanno diffuso sullo stato di salute delle economie italiana edneuropea. Questi dati sono articolati a livello territoriale, per l’Italia sinonal livello provinciale.

Il primo dato importante è che anche la ripresa della BAT, come quella italiana, stanmanifestando grandi difficoltà. Anche solo analizzando ilnProdotto Interno Lordo a prezzi correnti, a parità di potere d’acquisto nelncontesto UE, e quindi non depurato dagli effetti dell’inflazione, il PIL dellanBAT nel 2014, ultimo anno disponibile della serie EUROSTAT, ha registrato unnvalore sotto quello del periodo pre-crisi. Se poi guardiamo il PIL reale emergenche non solo il suo valore è sotto il valore del 2007, ma addirittura sottonquello del 2000.

Inoltre, la dinamica del PIL della BAT dopo il 2000 è statanpermanentemente non solo sotto i trend dell’Ue e dell’Italia, ma anche sotto ilntrend registrato dalle regioni del Sud, ragion per cui la BAT si pone da unnpunto di vista economico tra i territori meridionali in maggiore sofferenza.

Diminuisce la produttivitàndel lavoro

Le difficoltà della crescita economica in Italia e nella BATntrovano riscontro sia nella produttività del lavoro che nei livelli del tenorendi vita.

Per quanto riguarda la produttività del lavoro, che rappresentanla principale leva della crescita economica, l’Italia complessivamente, stanmanifestando dal 2000 una riduzione sia in termini assoluti che relativi. Neln2014 il PIL reale prodotto per occupato è stato pari a 69 mila euro pernoccupato, contro 74 mila euro del 2000. Inoltre, in termini relativi, rispettonall’Ue, è vero che la produttività del lavoro è stata nel 2014 sopra la medianeuropea del 14%, ma nel 2000 lo era del 35%.

La BAT, invece, registra un livello di produttività sotto ilnlivello europeo, pari nel 2014 all’83% della media Ue, un livello più bassonanche rispetto a quello registrato dal Mezzogiorno, sostanzialmente in lineancon quello europeo. Al livello più basso della media Ue la BAT associa un trendnin diminuzione.

Diminuisce il tenore di vita

Oltre la diminuzione e un basso livello della produttività delnlavoro, la BAT registra un peggioramento anche sul versante del tenore di vita.nNel 2000 il PIL pro-capite della BAT era stato pari al 71% della media Ue e neln2014 è sceso al 53%. Si tratta di un trend comune a tutto il Paese, ma ilnlivello di tenore di vita rimane stabilmente sotto il livello medio del Sud,nche nel 2000 aveva un valore dell’81% della media europea e nel 2014 un valorendel 64%.

L’incerta ripresandell’occupazione

Le difficoltà di crescita della BAT stanno manifestando il loronimpatto sul mercato del lavoro, dove si assiste a una ripresa incertandell’occupazione. Fra il 2010 e il 2016 l’andamento degli occupati è statonaltalenante e per quanto nel 2016 si sia registrata una lieve ripresa, ilnlivello di occupati rimane sotto quello di massima crescita raggiunto nel 2011.nResta perciò alto il tasso di disoccupazione, pari al 18,5%, più alto delnvalore segnato nel 2010 e più alto rispetto alla media nazionale e ovviamentenalla media europea.

Alcuni segnali di ripresa:nindustria manifatturiera, export, agroalimentare di qualità, turismo

Fra i punti di forza dell’economia locale, l’industrianmanifatturiera continua a svolgere un ruolo importante. I dati EUROSTAT sulnvalore aggiunto per settori evidenziano, infatti, che pur rispetto a un trendndi deindustrializzazione, tipico dei paesi avanzati, l’industria manifatturierandella BAT, dopo la grave crisi mondiale del 2008-2009, ha mostrato segnali dinripresa. Il dato disponibile più recente si riferisce al 2014 ed evidenzia unnpeso dell’industria manifatturiera sul valore aggiunto complessivo parinall’11,6% rispetto al 10,8% del 2009.

La ripresa dell’industria manifatturiera è particolarmentensignificativa perché è avvenuta grazie a una maggiore presenza delle impresendel territorio sui mercati internazionali. Le esportazioni hanno infattinaumentato dopo il 2010 il loro peso nella formazione del PIL oltre il livellondell’8. Nel 2016 il valore dell’export provinciale ha superato il valore di 500nmilioni di euro e il 90% deriva dalla capacità di presenza sui mercati esterindell’industria manifatturiera.

Segnali per una possibile e più consistente ripresa economicanprovengono dal turismo che nel 2016 ha registrato una crescita di presenzenturistiche di oltre il 9%, rispetto al 7% circa della crescita media regionalene a poco più dell’1% della crescita media nazionale.

Interessante è anche il ruolo del settore agroalimentare dinqualità, poiché la BAT è fra le province italiane con una maggior quota dinsuperficie agricola destinata alla coltivazione di prodotti di qualità con ilnmarchio IGP e/o DOP: oltre il 9% della superficie agricola utilizzata èndestinata a tali prodotti, contro il 4% circa della media nazionale.

Criticità di fondo

Il quadro economico che emerge dall’analisi qui fatta, pur anfronte di alcuni segnali positivi, rimane un quadro molto critico, in cui lancrescita economica e l’occupazione stentano a riprendersi concretamente e moltenrisorse umane restano inutilizzate.

Questi punti di debolezza sono legati ad alcune criticità dinfondo dell’economia provinciale, che meritano di essere ricordate.

In primo luogo, occorre ricordare che nonostante i segnali dincrescita dell’export il grado di apertura dell’economia locale ai mercatininternazionali resta modesta. Il numero delle aziende dedite costantemente anmisurarsi sui mercati esteri è molto contenuto e ciò limita una maggiorenpossibilità di crescita dell’occupazione.

In secondo luogo, sempre relativamente all’export, emerge che inntermini di contenuto tecnologico, le esportazioni della BAT sono fortementencaratterizzate da prodotti a basso contenuto tecnologico. I prodotti ad alto enmedio-alto contenuto tecnologico che negli anni scorsi sembravano poternaumentare la loro presenza nel 2016 hanno registrato una battura d’arresto. Inneffetti, la capacità innovativa delle imprese attraverso il numero di brevettinindustriali registrati risulta essere molto contenuta.

In terzo luogo, il tasso d’occupazione della BAT rimanensottodimensionato, non solo sotto il livello medio nazionale, ma anche sotto inlivelli medi regionale e del Mezzogiorno.

In quarto luogo, occorre sottolineare che il livello dininattività della BAT, rimane intorno al 60%, un dato che evidenzia la bassanpartecipazione della popolazione al mercato del lavoro, in altri termini unngrande spreco di risorse umane. Si tratta di un dato che è superiore alle mediendi riferimento, nazionale, meridionale, regionale.

Infine, sottolineo che anche i positivi segnali sul versante delnturismo si scontrano con un livello di sviluppo turistico ancora moltoncontenuto, pari a poco più del 10% della media nazionale.

Una nuova governance territoriale

L’analisi qui fatta è molto parziale, ma sufficiente anevidenziare che l’economia della BAT ha bisogno di una strategia di sviluppontesa ad affrontare le criticità di fondo.

Occorrono misure dirette a promuovere le attività manifatturierene la produttività del lavoro, con particolare riferimento alle attività ad altone medio-alto contenuto tecnologico, anche nella loro proiezione internazionale.nOccorrono misure dirette a favorire la riconversione del settore dellencostruzioni. Occorrono misure dirette a favorire un maggior livello di svilupponturistico e di valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità suinmercati nazionali ed esteri.

Tutte queste misure favorirebbero una ripresa concretandell’occupazione. Ma alla base di tutto è necessario che le istituzioni localine i soggetti di rappresentanza delle forze economiche e sociali raggiungano unanpreliminare intesa per un nuovo modello di governo del territorio. Senza unannuova governance territoriale non è possibile delinearenuna strategia di sviluppo in grado di affrontare le sfide, per altro parziali,nqui delineate. Questa nuova governance permetterebbenanche di far riprendere il cammino alla progettualità delineata nel PianonTerritoriale dei Coordinamento Provinciale della BAT.

sabato 27 Maggio 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 6:02)

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