Crack in campagna per le ciliegie pugliesi nell’ennesima annata negativa per la maturazione precoce a causa del clima impazzito e le raffiche di vento che hanno fatto cadere il 20/30 percento di prodotto, oltre ad arrecare danni irreparabili agli alberi di ciliegie, oltre che ai vigneti e ai teli.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia per una situazione che sta preoccupando non poco i produttori e gli esportatori di ciliegie di Bisceglie.
“L’andamento di mercato è inaccettabile – denuncia Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – con i prezzi pagati agli agricoltori in caduta libera, crollati in una settimana fino a 1,5 euro al chilo, mentre la forbice dei prezzi dal campo alla tavola si è allargata in misura sconsiderata. Stanno vendendo a Roma in una nota catena di distribuzione commerciale le ciliegie pugliesi ad euro 7,98 al chilogrammo con un ricarico del 532%. La produzione di ciliegie non ha subito gli attacchi della tecnologia, perché è destinata esclusivamente al consumo fresco e per questa ragione devono essere mantenute integre la pezzatura, particolarmente consistente per la ciliegia Ferrovia, la compattezza ed il sapore. Tutto ciò richiede un’accuratezza nelle fasi di coltivazione e di raccolta facilmente riscontrabile, per cui la mano dell’uomo non può essere sostituita dalle macchine”.
“Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano costretti da abbandonare la coltura cerasicola – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – per colpa dei prezzi ciclicamente troppo bassi. Per questo nelle prossime 2 settimane apriremo Mercati di Campagna Amica in tutta la regione, dove saranno vendute le ciliegie pugliesi al giusto prezzo sia per i produttori che per i consumatori. In campagna, invece, proprio per le necessarie delicate fasi di lavorazione, garantite corrette condizioni di svolgimento delle attività imprenditoriali. Per questo deve essere fatta assoluta chiarezza soprattutto nella delicata fase di scrittura delle linee guida della legge 199 del 29 ottobre 2016 da parte dei Ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e di Giustizia, a cui gli Organi Ispettivi dovranno attenersi per evitare un uso scorretto e sproporzionato della legge ai danni delle imprese agricole sane”.