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“La Moneta secondo Aristotele”, il libro di Davide Storelli

Francesco Sinigaglia
A sinistra Davide Storelli
La sua ultima pubblicazione presentata nel corso di Libri nel Borgo Antico
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Il biscegliese Davide Storelli, avvocato civilista, con Master in economia e diritto dell’impresa presso l’università LIUC di Castellanza, ha presentato la sua ultima pubblicazione “La moneta secondo Aristotele”, nel corso della rassegna letteraria “Libri nel Borgo Antico”, in piazza Margherita.

L’autore ha pubblicato, con Maggioli editore, un libro dedicato alla preparazione per l’esame di avvocato. E’ stato docente per 8 anni presso la Scuola Forense dell’Ordine degli avvocati di Trani, per il corso dedicato alla preparazione per l’esame di avvocato. Ha lavorato a Milano, presso lo studio Allen&Overy. Ha condotto la rubrica “Il valore della moneta” sulla web tv: salvo5puntozero.tv. Ha pubblicato nel 2015, con Sovera edizioni, “Alchemy – Moneta, Valore, Rapporto tra le parti”.

Non ci sono i soldi. Sempre più spesso si sente questa affermazione, specie da parte degli amministratori pubblici. “Vorremmo realizzare i nostri progetti ma non possiamo perché non ci sono i soldi”.
Prima di affermare che mancano, cerchiamo di capire cosa sono. Anche per sapere se gli amministratori pubblici hanno ragione oppure non sanno di cosa stanno parlando. Cosa è il denaro? Non tutti gli “addetti ai lavori” sanno rispondere adeguatamente a questa domanda. Non tutti sanno che la prima – e per certi versi più esaustiva – definizione al riguardo è risalente a circa 2.300 anni fa.
Una persona che avrebbe influenzato il pensiero occidentale come pochi altri, infatti, si è occupata anche di questo. E lo ha fatto a suo modo. Stiamo parlando di Aristotele. “Tutto ciò che è oggetto di scambio deve essere in qualche modo commensurabile. A questo scopo è stata inventata la moneta, che è diventata una sorta di termine medio, dato che misura tutto. Misura sia l’eccesso che il difetto e quindi anche quante scarpe siano uguali a una casa o a ad una determinata quantità di viveri.

A moderare l’incontro è stata la dott.ssa Amelia Izzo Amoroso d’Aragona. La piazza, piena, ha sentito porsi, forse per la prima volta, la seguente domanda: “Se la moneta è una convenzione sociale, come ha correttamente osservato Aristotele già 2.300 anni fa (e quindi se siamo noi a dare valore alla moneta) perché dobbiamo consentire che qualcuno si appropri di tale valore, procurandola agli Stati (banche centrali) e ai privati (banche commerciali)?

«I partecipanti, un po’ sconcertati, hanno dimostrato un grande desiderio di approfondimento, esaurendo le copie del mio libro in vendita presso gli appositi banchetti… », così ha commentato circa l’evento, l’autore del libro in una nota social.

mercoledì 30 Agosto 2017

(modifica il 30 Luglio 2022, 2:02)

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